sabato 4 ottobre 2014

A Devil in Paris - Devil's Mami

"Il suo nome è Cassandra, ma tutti la chiamano Mami."
Questa fu l'unica informazione che Castiel decise di darmi.
"Cassandra e Gabriel... Castiel." dedussi ingenuamente. "Doveva essere molto innamorata. E anche romantica."
"Ti prego, non dire nulla di simile davanti a lei." mi fermò Castiel prontamente. "Odia mio padre, e odia la mia faccia perché è identica alla sua."
"Deve aver sofferto molto."
"Emily, ti stai facendo un'idea sbagliata. Non pensare a lei come a una dolce donna di mezz'età che prepara biscotti e tè... Perché è l'esatto opposto."
Scossi la testa, e lui trovò un modo piuttosto singolare di spiegarmi cosa dovevo aspettarmi da Mami.
"Dunque, se io avessi una ventina d'anni in più, e fossi una donna, come mi immagineresti?"
Deglutii e sospirai.
"Oh, mio Dio." mi lasciai sfuggire.
Lui ridacchiò e affermò:
"Esatto. Quella è Mami."
In realtà, neanche quella descrizione riuscì a prepararmi del tutto.
Quando Cassandra venne ad aprirci alla porta, mi ritrovai davanti ad una donna che sembrava fatta di silicone. Gli interventi di chirurgia plastica erano visibili in ogni parte del suo corpo: le labbra, gli zigomi, le palpebre, il seno, i fianchi. Aveva un trucco pesantissimo, una lunga coda di cavallo color platino e degli occhi come il ghiaccio. Le sue unghie erano lunghe e affilate, laccate di rosso, e le rughe sulle mani tradivano la sua vera età. La sua voce, poi, mi fece trasalire: era autoritaria e tonante.
Salutò suo figlio dandogli un bacio per guancia e subito dopo gli afferrò il viso con la mano, scrutandolo disgustata. Mi sembrò una scena orribile.
"Guarda come stai diventando." commentò nauseata. "Questa faccia... questa faccia è la copia sputata della sua."
"Non posso farci niente." le rispose Castiel ironico. 
"Lo so."
Accennò a me come se fossi stata un insetto. Un insetto che si era intrufolato in casa sua.
"E questa chi sarebbe?"
"Una mia collaboratrice."
Mami si voltò, mimò in modo crudele la smorfia del figlio e ribatté:
"Una che ti porti a letto."
"Esatto."
Per l'imbarazzo, credetti di sprofondare sotto terra. Non sapevo che tipo di rapporto ci fosse tra loro due, ma quel modo così diretto di dirlo mi lasciò allibita. Cassandra, da parte sua, non mostrò il minimo stupore. Mi guardò ancora con la coda dell'occhio e commentò:
"È piccola."
In effetti, nonostante indossassi un paio di scarpe col tacco, arrivavo a malapena alla spalla di Castiel, e poco più in basso a lei. L'altezza doveva essere una caratteristica di famiglia.
Eppure, fraintesi. Non era quello che Mami intendeva dire. Pestò la moquette con i suoi stivali pesanti, ci fece strada in casa e riprese:
"Anche tu con questo vizio delle ragazzine. Ce li ha diciotto anni?"
Non capivo perché parlasse come se io non fossi presente. Non le interessavo minimamente.
Cominciò a parlare in francese con Castiel, lui le rispondeva ridacchiando, e avevo la netta sensazione che mi stessero prendendo in giro, anche se non riuscivo a cogliere neppure una parola.
Non saprei dire se Mami fosse una bella donna o meno. Da una parte lo era certamente, ma dall'altra trasmetteva un qualcosa di negativo, di sporco e indecente. Non sembrava una mamma, neanche un po'. O perlomeno, non assomigliava affatto alla mia.

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