venerdì 10 ottobre 2014

A Devil in Paris - Devil's pet

A volte, Castiel rincasava molto tardi e rimanevo da sola tutto il giorno. Ci eravamo stabiliti in un appartamento piuttosto ampio, in centro.
In quelle occasioni, Mami veniva a farmi visita, con l'intento di lenire più la sua solitudine che la mia. Si piantava sul nostro divano per ore, e parlava come una vera donna frustrata. La maggior parte delle volte mi raccontava di suo figlio. Ne era completamente assuefatta e innamorata, quasi come le sue clienti dell'host club.
"È molto bello, vero?" mi ripeteva in continuazione. "Bello, intelligente, e bastardo come suo padre. Avrei voluto vederlo più spesso da bambino, ma Gabriel lo ha tenuto tutto per sé."
A volte chinavo la testa e restavo in silenzio. Non sapevo proprio come risponderle.
"Anche le mie ragazze lo adorano. Tu come hai fatto ad incontrarlo? Non sei come quelle che si porta a letto di solito."
"Io... lavoravo al Charming Devil." risposi con le guance in fiamme.
"Oh. Castiel non mi ha mai parlato di te nelle sue lettere, eppure mi racconta sempre ogni cosa. Ultimamente, mi ha persino parlato di un certo gattino che si è intrufolato nel locale."
Strinsi i denti.
"Un gattino?"
"Sì, una gattina randagia. Di notte se la ritrovava in casa, e aveva preso l'abitudine di dormire nel suo letto. Alla fine l'ha adottata e l'ha chiamata Emily, come te."
Da una parte avrei voluto ridere, ma decisi di non commentare, e attendere che Castiel tornasse per chiedergli spiegazioni.
Le offrii dell'altro tè per cambiare argomento, ma Cassandra insisté:
"Sono preoccupata. Castiel è allergico al pelo dei gatti. Dovrei convincerlo a sbarazzarsene il prima possibile."
"Suo figlio non le ha detto la verità." sbottai irritata. "In realtà, è stato lui stesso a portare a casa quel... gatto. Ed anche quando cercava di scappare, glielo impediva."
"Davvero? Non gli sono mai piaciuti gli animali."
"Ah, secondo me, invece, quella gattina gli piace molto. Le ha persino comprato un collare con il suo nome inciso. Simile al mio ciondolo, vede?"
Mami mi scrutò con un'aria inquisitoria e gelida degna di suo figlio. Scosse la testa lentamente e mi disse:
"Sì, a lui piace scrivere il proprio nome sulle cose che gli appartengono. Da piccolo, lo faceva sempre."


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